Pietra di Luce: vivere la libertà con decisione

Questo blog è nato dal desiderio di un gruppo di ragazzi di condividere e scambiare testi di Karol Wojtyla, poetici e teatrali, letterari e non. Alcuni testi verranno proposti nei diversi post, ma tu che leggi potrai arricchire il blog di quelli che più piacciono a te, aggiungendoli nei commenti o inviandoci una mail perchè diventino un nuovo post.
"Pietra di Luce" è il titolo di una raccolta di poesie di Karol Wojtyla, e speriamo che le parole di quest'uomo, così ricco in umanità, siano per noi altrettante pietre di luce, gioielli incastonati nel profondo del nostro cuore, per illuminare la verità più intima: il nostro essere uomini, liberi, capaci di amare e lottare per una vita che valga la pena!

Dicono di noi...

Un mio amico mi ha scritto:
"Pietra di luce. E' una settimana che penso a questa immagine meravigliosa e piena di significati. All'inizio ho pensato al diamante. Al diamante che illumina, bello e puro, prezioso, come una perla che una volta trovata non si è disposti a lasciare. Poi ho pensato alla pietra come fondamento luminoso della mia vita e della vita di tante persone e ho lasciato che questa seconda suggestione mi lavorasse dentro. Poi ho pensato ai miei peccati, al mio cuore di pietra. Come può il mio cuore di pietra manifestare la luce? E proprio allora questa splendida immagine mi ha parlato con più profondità. Nell'incontro con Dio, con Cristo che entra nella storia dell'uomo senza censurare niente, i nostri limiti, i nostri peccati, le nostre croci, la pietra dura di cui siamo fatti diventano luce, diventano la nostra salvezza. Cantava Leonard Cohen: Forget your perfect offering. There is a crack, a crack in everything. That's how the light gets in. That's how the light gets in. Dalle crepe, che noi spesso rifiutiamo, da lì entra la luce. Ecco quando dico di non limitare lo studio ad un tema, ma di far lavorare le parole delle poesie con quello che avete dentro."

lunedì 25 aprile 2011

Restituire all'uomo la sua propria identità (2)





Ogni filosofia contiene in genere elementi positivi, elementi cosiddetti motiri, che non possono essere considerati a sè stanti. La considerazione deve essere globale e inserita in una visione complessiva del problema umano.
Pertanto, il concetto di alienazione, pur nato in un'epoca diversa e radicato in altri sistemi filosofici e in un'altra antropologia, deve essere confrontato con la contrapposizione fatta da Paolo di Tarso nella prima lettera ai Corinzi dell'uomo spirituale all'uomo carnale. Se noi facciamo questo confronto, arriviamo alla conclusione che nessuna tendenza, nessun programma d'ispirazione materialistica può garantire lo sviluppo dell'uomo spirituale.

L'ispirazione materialistica, infatti, anche con tendenze e premesse più umanistiche, conduce allo sviluppo dell'uomo carnale. Non farà dunque il gioco dell'alienazione? Non contribuirà a privare l'uomo della sua propria identità, di ciò che lo rende veramente uomo? Sullo stesso piano dell'alienazione si deve anche considerare qul tipo di socializzazione in cui, malgrado le dichiarazioni d'intenzione, non si concede spazio alla persona umana nella sua completa verità interiore; e l'uomo viene subordinato unilateralmente, declassato ad elemento della massa anonima, oppure alle mansioni di un robot della produzione. La Chiesa, come cosciente comunità radunata intorno all'Eucarestia, riveste anche su questo punto un enorme significato, come pure la conseguente realizzazione e difesa della libertà spirituale dell'uomo, libertà della cosienza morale e della religione, secondo il magistero del Concilio.







[da "Il papa che viene dall'Est", pubblicato da Sperling & Kupfer nel 1979]

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