Pietra di Luce: vivere la libertà con decisione

Questo blog è nato dal desiderio di un gruppo di ragazzi di condividere e scambiare testi di Karol Wojtyla, poetici e teatrali, letterari e non. Alcuni testi verranno proposti nei diversi post, ma tu che leggi potrai arricchire il blog di quelli che più piacciono a te, aggiungendoli nei commenti o inviandoci una mail perchè diventino un nuovo post.
"Pietra di Luce" è il titolo di una raccolta di poesie di Karol Wojtyla, e speriamo che le parole di quest'uomo, così ricco in umanità, siano per noi altrettante pietre di luce, gioielli incastonati nel profondo del nostro cuore, per illuminare la verità più intima: il nostro essere uomini, liberi, capaci di amare e lottare per una vita che valga la pena!

Dicono di noi...

Un mio amico mi ha scritto:
"Pietra di luce. E' una settimana che penso a questa immagine meravigliosa e piena di significati. All'inizio ho pensato al diamante. Al diamante che illumina, bello e puro, prezioso, come una perla che una volta trovata non si è disposti a lasciare. Poi ho pensato alla pietra come fondamento luminoso della mia vita e della vita di tante persone e ho lasciato che questa seconda suggestione mi lavorasse dentro. Poi ho pensato ai miei peccati, al mio cuore di pietra. Come può il mio cuore di pietra manifestare la luce? E proprio allora questa splendida immagine mi ha parlato con più profondità. Nell'incontro con Dio, con Cristo che entra nella storia dell'uomo senza censurare niente, i nostri limiti, i nostri peccati, le nostre croci, la pietra dura di cui siamo fatti diventano luce, diventano la nostra salvezza. Cantava Leonard Cohen: Forget your perfect offering. There is a crack, a crack in everything. That's how the light gets in. That's how the light gets in. Dalle crepe, che noi spesso rifiutiamo, da lì entra la luce. Ecco quando dico di non limitare lo studio ad un tema, ma di far lavorare le parole delle poesie con quello che avete dentro."

sabato 30 aprile 2011

Per noi che ci prepariamo a festeggiare!!!

A chi sei anni fa credeva che fosse l'atto conclusivo,
a chi credeva che questa fosse l'immagine giusta per un atto conclusivo
e a chi si è dovuto felicemente ricredere :)
Tanti auguri e buona festa a tutti!!!

Maria


lunedì 25 aprile 2011

Restituire all'uomo la sua propria identità (2)





Ogni filosofia contiene in genere elementi positivi, elementi cosiddetti motiri, che non possono essere considerati a sè stanti. La considerazione deve essere globale e inserita in una visione complessiva del problema umano.
Pertanto, il concetto di alienazione, pur nato in un'epoca diversa e radicato in altri sistemi filosofici e in un'altra antropologia, deve essere confrontato con la contrapposizione fatta da Paolo di Tarso nella prima lettera ai Corinzi dell'uomo spirituale all'uomo carnale. Se noi facciamo questo confronto, arriviamo alla conclusione che nessuna tendenza, nessun programma d'ispirazione materialistica può garantire lo sviluppo dell'uomo spirituale.

L'ispirazione materialistica, infatti, anche con tendenze e premesse più umanistiche, conduce allo sviluppo dell'uomo carnale. Non farà dunque il gioco dell'alienazione? Non contribuirà a privare l'uomo della sua propria identità, di ciò che lo rende veramente uomo? Sullo stesso piano dell'alienazione si deve anche considerare qul tipo di socializzazione in cui, malgrado le dichiarazioni d'intenzione, non si concede spazio alla persona umana nella sua completa verità interiore; e l'uomo viene subordinato unilateralmente, declassato ad elemento della massa anonima, oppure alle mansioni di un robot della produzione. La Chiesa, come cosciente comunità radunata intorno all'Eucarestia, riveste anche su questo punto un enorme significato, come pure la conseguente realizzazione e difesa della libertà spirituale dell'uomo, libertà della cosienza morale e della religione, secondo il magistero del Concilio.







[da "Il papa che viene dall'Est", pubblicato da Sperling & Kupfer nel 1979]

lunedì 18 aprile 2011

Anthem- Leonard Cohen



Ed ecco la canzone citata dal nostro amico in apertura di blog!!!
Buon ascolto a tutti :)

http://www.youtube.com/watch?v=_e39UmEnqY8

Restituire all'uomo la sua propria identità


L'attività di Giovanni Paolo II nei confronti del blocco comunista è stata multiforme.



Dal 16 ottobre 1978, con innumerevoli segnali lanciati a tutti i popoli dell'Europa dell'est, ha inviato messaggi per rassicurare gli uomini, ha diffuso le idee, i valori e i princìpi, ha indicato la via che avrebbe accelerato il crollo dell'Urss.
E' diventato la voce della "Chiesa del silenzio" decidendo di ignorare la divisione, ratificata dagli accordi di Helsinki del 1975, che da quarant'anni dualizzava l'Europa. Solo per fare alcuni esempi, davanti ai rappresentanti delle istituzioni europee a Bruxelles (1985), nel corso della sua visita nella Repubblica Federale Tedesca (1987), davanti al Parlamento europeo a Strasburgo(1988), egli ha affermato che la "...divisione dell'Europa é solo un incidente" e, all'inizio degli anni Ottanta, che "...il comunismo avrà fine grazie all'uomo, che in quanto soggetto e oggetto della propria storia deve accelerarne i tempi".
Questo brano tratto da "Il papa che viene dall'Est", pubblicato da Sperling & Kupfer nel 1979, in cui si svolge un dialogo tra Giovanni Paolo II e Noberto Valentini e Milena Bacchiani, contiene le ragioni che hanno determinato la fine del comunismo sovietico, le stesse che già da arcivescovo di Cracovia aveva fermamente sostenuto. [Maria]




"Il concetto di alienazione fu creato dalla filosofia del XIX secolo ed è diventato il punto centrale dell'antropologia marxista. Con l'aiuto di questo concetto, Marx e i suoi seguaci hanno cominciato la lotta contro tutto ciò che, a loro dire, disumanizzava l'uomo e lo privava della sua autenticità. Come sappiamo, a loro avviso l'alienazione proviene non soltanto dalle strutture socio-economiche, basate sulla proprietà privata dei mezzi di produzione, non solo dallo stato che, come organizzazione, protegge queste strutture, ma anche da ogni forma di religione".

domenica 17 aprile 2011

Essere veramente liberi: essere uomini "per gli altri".

Trascuriamo con questo post le fonti principali del blog (poesie e testi teatrali di Giovanni Paolo II) per tornare alle "fondamenta" del nostro percorso. E la domanda, in questa domenica pomeriggio(e non solo...), è: che cos'è la verità?


E in questo campo le parole di Cristo: «Conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi», diventano un programma essenziale. I giovani - se così ci si può esprimere - hanno congenito il «senso della verità». E la verità deve servire per la libertà: i giovani hanno anche spontaneo il «desiderio della libertà». E che cosa significa essere liberi? Significa saper usare la propria libertà nella verità: essere «veramente» liberi. Essere veramente liberi non significa affatto fare tutto ciò che mi piace, o ciò che ho voglia di fare. La libertà contiene in sé il criterio della verità, la disciplina della verità. Essere veramente liberi significa usare la propria libertà per ciò che è un vero bene. Continuando dunque: essere veramente liberi significa essere un uomo di retta coscienza, essere responsabile, essere un uomo «per gli altri».


Lettera Apostolica Dilecti Amici per l'Anno Internazionale della Gioventù, Giovanni Paolo II, 1985







domenica 10 aprile 2011

L'eternità dell'uomo passa attraverso l'amore


Quante volte ci accontentiamo di troppo poco nell’amore. L’unica cosa che veramente conta nella nostra vita, siamo pronti a barattarla con troppa facilità. Nell’amore dovremmo essere più ambiziosi, puntare in alto, molto in alto: solo un amore così è degno dell’uomo e solo un amore così può renderci davvero felici. Ma forse nemmeno sappiamo più “quale” amore cercare, tra tante proposte difformi e così spesso deludenti …
Giovanni Paolo II sembra avere un’ideale da indicarci: che sia un ideale possibile, un ideale vero…? (Tina)


L’amore non è un’avventura. Prende sapore da un uomo intero. Ha il suo peso specifico. È il peso di tutto il tuo destino. Non può durare un solo momento. L’eternità dell’uomo passa attraverso l’amore. Ecco perché si ritrova nella dimensione di Dio: solo lui è Eternità.

[La bottega dell’orefice, II]



Non può, non può finire così!

Proprio questo mi costringe a riflettere sull’amore umano. Non esiste nulla che più dell’amore occupi sulla superficie della vita umana più spazio, e non esiste nulla che più dell’amore umano sia sconosciuto e misterioso. Divergenza tra quello che si trova in superficie  e quello che è il mistero dell’amore ecco la fonte del dramma. Questo è uno dei più grandi drammi dell’esistenza umana. La superficie dell’amore ha una sua corrente , corrente rapida, sfavillante, facile al mutamento. Caleidoscopio di onde e di situazioni così piene di fascino. Questa corrente diventa spesso tanto vorticosa da travolgere la gente, donne e uomini. Convinti che hanno toccato il settimo cielo dell’amore – non lo hanno sfiorato nemmeno. Sono felici un istante, quando credono di aver raggiunto i confini dell’esistenza, e di aver strappato tutti i veli, senza residui. Sì, infatti: sull’altra sponda non è rimasto niente, dopo il rapimento non rimane nulla, non c’è più nulla. Non può, non può finire così! Ascoltate, non può. L’uomo è un continuum, una integrità e continuità dunque non può rimanere un niente

[La bottega dell’orefice, II]



La complicata mappa dei richiami e dei segni

Teresa – Teresa – Teresa –
il culmine miracoloso della mia maturazione,
non più un prisma di raggi fittizi,
ma un essere veramente raggiante.
E lo so – non posso più camminare solo,
so che non ho più nulla da cercare.
Tremo solamente pensando come era facile
perderla, allora.

Camminava accanto a me ormai da qualche anno
e io non mi rendevo conto
che anche lei andava maturando.
Mi rifiutavo di accettare quello
che oggi mi sembra il dono più prezioso.
Passati gli anni vedo con chiarezza
le nostre vie che avrebbero potuto divergere
e ci hanno invece avvicinati.
Questi pochi anni sono stati un periodo che non ha prezzo,
ci hanno permesso di orientarci nella complicata
mappa dei richiami e dei segni.


[La bottega dell’orefice, I]



Lo scontro dell'amore

Da Tina.

Intanto il mio interesse per Teresa cresceva, 
l’amore nasceva proprio dalla contestazione.
perché l’amore può essere anche uno scontro 
nel quale due esseri umani  prendono coscienza 
che dovrebbero appartenersi, malgrado la mancanza
di stati d’animo, e di sensazioni comuni.
Ecco uno di quei processi che saldano l’universo,
uniscono le cose divise, arricchiscono quelle grette e dilatano quelle anguste.

[La bottega dell’orefice, I]



sabato 9 aprile 2011

Libertà come dono e come compito

Libertà come dono e come compito. Forse è questo ciò che dovrebbe esprimere chiaramente oggi ogni riflessione politica? (Sonia)



La libertà viene data all'uomo dal Creatore come dono e al tempo stesso come compito. Mediante la libertà, infatti, l'uomo è chiamato ad accogliere e a realizzare la verità sul bene. Scegliendo e attuando un bene vero nella vita personale e familiare, nella realtà economica e politica, nell'ambito nazionale e internazionale, l'uomo attua la propria libertà nella verità. Ciò gli consente di evitare o di superare le possibili deviazioni che la storia registra. Una di queste è stata certamente il machiavellismo rinascimentale; ma lo sono state anche le varie forme di utilitarismo sociale, da quello di classe (marxismo) a quello nazionale (nazionalsocialismo, fascismo). [...] La libertà è se stessa nella misura in cui realizza la verità sul bene. Solo allora essa medesima è un bene. Se la libertà cessa di essere collegata con la verità e comincia a renderla dipendente da sé, pone le premesse di conseguenze morali dannose, le cui dimensioni sono a volte incalcolabili. In questo caso l'abuso della libertà provoca una reazione che prende la forma di questo o di quel sistema totalitario 


(Memoria e identità, Giovanni Paolo Secondo, 2005)



venerdì 8 aprile 2011

La libertà la paghi con tutto te stesso


Suggerita da Ila.

(...)
La libertà - una continua conquista, non può essere soltanto 
possesso? La sua venuta è un dono, ma a serbarla occorre la lotta.
Dono e lotta sono scritti entrambi nelle carte segrete eppure palesi.

La libertà, la paghi con tutto te stesso - perciò chiamerai 
libertà quella che, mentre la paghi ti aiuta a possedere te stesso
sempre di nuovo.

A questo prezzo entriamo nella storia, tocchiamo le sue epoche.

Dov'è lo spartiacque tra chi non ha pagato abbastanza e chi 
ha pagato troppo? Noi da che parte siamo?

Tante, troppe autodecisioni non soverchiarono forse le nostre 
forze, in passato? Su di noi non pesa forse la storia come su
un pilastro che abbia una crepa non ancora richiusa?


Da Entro Nel Cuore del Dramma, K. Wojtyla



La speranza che va oltre la fine

Da Elena. 

  Sono un viandante sullo stretto marciapiede della terra,
in mezzo corrono macchine, partono razzi interplanetari...
dappertutto un moto centrifugo,
  (l'uomo... sola scheggia di mondo che abbia un moto diverso...)
questo moto non giunge al nucleo immortale,
non libera dalla morte -
  (l'uomo... sola scheggia di mondo che abbia un moto diverso...)
sono un viandante sullo stretto marciapiede della terra,
e non distolgo il pensiero dal Tuo Volto
che il mondo non mi svela.


La speranza che va oltre la fine, da Meditazione sulla Morte, IV, K. Wojtyla


mercoledì 6 aprile 2011

Follia di libertà

Cuore, libertà, amore. 
Quanto bello sarebbe fare della libertà il ponte tra il cuore dell'uomo e la sua testimonianza di esistenza in ogni scelta d'amore. Dove sta la libertà che cerchiamo? Nelle pieghe della follia del cuore? In quello che si sente così pazzo d'Amore da non aver paura di vedere zampillare l'acqua nel deserto? (Sonia)





La forma del cuore...
Ah, il peso specifico dell'uomo!
Questa incrinatura, questo groviglio, questo fondo, questo appigliarsi, quando diviene tanto difficile distogliere il cuore, il pensiero.
E in mezzo a tutto questo - la libertà,
una libertà, talvolta follia,
la follia di libertà che si impiglia nel groviglio.
E in mezzo a tutto questo - l'amore che sgorga dalla libertà
come una sorgente dal suolo.
(La bottega dell'orefice, I)





Il peso specifico del mondo e la sua stessa profondità


Pensando ad un'introduzione per questo post mi sono venuti in mente quei "malcapitati" a cui tocca il compito di presentare qualcuno di veramente grande: per quanto possano essere bravi, quelle introduzioni risulteranno sempre sgraziate, impacciate e soprattutto inutili. Quindi vi lascio al piacere della lettura, aspettiamo le vostre impressioni tra i commenti e ringraziamo Ila per averci mandato questo brano. (Admin)

(...)
Ma quando questa realtà, con tutto il suo peso,
si piega su di me, e mi piomba addosso
allora si riempie di pensiero e scende su quel fondo dell'uomo
su cui cammino di rado, che invero non conosco,
pur sapendo
che oltre quello non posso scompormi
perché la visione e l'Oggetto totale hanno quell'abisso.

Di rado ne discuto ma sempre ne traggo conclusioni
sul peso specifico del mondo e sulla mia stessa profondità.

(da Il Peso Specifico, raccolta Il Sapore del Pane, K. Wojtyla, Libreria Editrice Vaticana, 1979)



L'Impegno della Libertà

Desidero offrire alla comune riflessione questo brano tratto dal libro “AMORE E RESPONSABILITÀ” (per chi vuole "andare alla fonte": Ed. Marietti - pag. 122) che Karol W. pubblicò nel 1968, esattamente dieci anni prima di diventare papa.
Esso può meglio di qualunque altro aiutare a capire il senso vero e profondo della libertà, collocandola al suo livello semantico più autentico.

“Solo la conoscenza della verità sulla persona rende possibile l’impegno della libertà a suo riguardo. L’amore consiste nell’impegno della libertà: è un dono di sé, e “donarsi" significa precisamente “limitare la propria libertà a vantaggio di altri”.
La limitazione della libertà potrebbe essere in se stessa qualcosa di negativo e di sgradevole, ma l’amore fa sì ch’essa sia al contrario positiva, gioiosa e creatrice. La libertà è fatta per l’amore.
Se non è usata, se non è sfruttata da esso, diventa precisamente qualche cosa di negativo, dà all’uomo il senso del vuoto. L’amore impegna la libertà e la colma di ciò che per natura attiva la volontà: il bene. La volontà tende al bene e la libertà è una proprietà della volontà; ecco perché dicevamo che la libertà è fatta per l’amore: soprattutto, grazie ad esso, infatti, l’uomo partecipa al bene. Per la stessa ragione, la libertà occupa uno dei primi posti nell’ordine morale, nella gerarchia delle virtù, così come i buoni desideri e le buone aspirazioni dell’uomo. L’uomo desidera l’amore più della libertà: la libertà è un mezzo, l’amore è un fine. Ma desidera l’amore vero perché soltanto sulla base della verità è possibile un impegno autentico della libertà. 
La volontà è libera, e nello stesso tempo “deve” cercare il bene che corrisponde alla sua natura; è libera nella ricerca e nella scelta, ma non è libera dal bisogno di cercare e di scegliere.”



sabato 2 aprile 2011

Io ti invoco e ti cerco, uomo


Io ti invoco e ti cerco
Uomo
In cui la storia umana
Può trovare il suo corpo
Mi muovo incontro a te
Non dico vieni
Semplicemente dico
Sii
Sii là dove non resta nessuna impronta
Ma dove un tempo fu l’uomo
Dove fu in cuore ed anima
Desideri dolore e volontà
Consumato dai sentimenti
E avvampando di santa vergogna
Sii l’eterno sismografo delle realtà invisibili
Oh uomo
in cui s’incontrano dell’uomo il fondo e il vertice
in cui l’intimo non è pesantezza né tenebra
ma solamente cuore
Uomo
A te sempre giungo
Seguendo il magro fiume della storia
Andando incontro ad ogni cuore
Incontro ad ogni pensiero
Storia
Una ressa di pensieri
E morte dei cuori
Cerco per tutta la storia
Il tuo corpo
Cerco la tua profondità 



( Karol Wojtyla )